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La storia e le origini del Golden Retriever

La storia e le origini del Golden Retriever - ALLEVAMENTO NOORGOLDEN


La storia e le origini del Golden Retriever

 

“C’era una volta un Lord inglese che una sera, recandosi al circo, vide dei fantastici cani dal mantello d’oro: se ne innamorò, venne a sapere che i cani venivano dalla Russia e dopo una lunghissima trattativa con i proprietari, che erano cacciatori di pellicce, riuscì ad aggiudicarsene una coppia (secondo altre versioni due coppie, o addirittura otto cani). Li portò quindi a casa sua e cominciò ad allevarli…”
Questa simpatica favoletta, avvalorata dalla presenza in Russia di cani da riporto dal mantello dorato (i setter russi), rimase a lungo in auge tra i fans del Golden, a cui piaceva molto la leggenda dei misteriosi cani dall’origine esotica.
La realtà, però, era completamente diversa e venne alla luce negli anni ‘50, quando i libri di allevamento del Lord inglese (che esisteva davvero, e si chiamava Lord Tweedmouth) vennero ritrovati da un suo pronipote.
Su quei libri erano segnati tutti gli incroci e tutte le nascite a partire dal 1868, quando Lord Tweedmouth decise di creare una nuova razza partendo da Nous, un retriever giallo, e da Belle, una Tweed Water Spaniel (razza ormai estinta) dal pelo marrone.
Nous, nato nel 1864, era stato acquistato a Brighton ed era figlio di due Wavy Coated Retriever, entrambi neri (il Wavy Coated è il progenitore diretto dell’attuale Flat Coated Retriever).
Da questo primo incrocio nacquero quattro cuccioli gialli, un maschio e tre femmine, che possono essere considerati i primi Golden (o quasi) della storia.
Il “quasi” è dovuto al fatto che più tardi altre razze, come setter irlandese e bloodhound, intervennero nella selezione; ma già la prima cucciolata mostrava caratteristiche molto desiderabili, tant’è vero che il Lord tenne due cagnine per sé (Cowslip e Primrose) ma cedette il maschietto (Crocus) a suo figlio e la terza cucciola (Ada) a suo nipote, anch’egli allevatore.

 E’ certo che la famiglia di Lord Tweedmouth, nel giro di pochissime generazioni, riuscì a fissare una nuova razza che non aveva proprio nulla di russo…e che non ha mai avuto neppure alcuna parentela con il Labrador, anche se molte persone credono ancora che il Golden sia semplicemente “un Labrador a pelo lungo”.
Io stessa ho definito le due razze “cugine” poche righe fa…ma solo perché sono entrambi retriever! In realtà le loro origini sono completamente diverse e, come vedremo tra poco, è piuttosto diverso anche il carattere.

 Ma per ora restiamo alla storia, scoprendo che i “cani d’oro” di Lord Tweedmouth piacquero molto ai cacciatori dell’epoca: quindi fiorirono diversi allevamenti (tutti basati su riproduttori di Tweedmouth) che portarono la razza alla prima iscrizione in un Libro Origini ufficiale.
Essa arrivò nel 1913, quando la razza venne chiamata “Golden or Yellow Retriever” (prima di allora i cani erano sempre stati registrati come “Flat Coated gialli”).
Nel 1920 la denominazione venne cambiata in quella attuale di “Golden Retriever” e venne anche redatto il primo standard, a cura del primo Golden Retriever Club: ma ci vollero altri quarant’anni prima che il Golden venisse riconosciuto dal Kennel Club inglese come nuova razza.
Questo avvenne infatti nel 1960, quando in realtà il Golden – passato attraverso due guerre mondiali – aveva subito un bel po’ di danni quantitativi e qualitativi.

  Solo a partire dagli anni ‘80 si può dire che la razza sia tornata in piena salute, anche se oggi – divenuto “di moda”, come dicevamo – rischia di nuovo grosso: è innegabile che, in cinofilia, la moda riesce a fare più danni di una guerra!
Lasciando perdere gli “pseudogolden” allevati dai soliti cagnari che sono saltati fuori un po’ ovunque, e non citando proprio i cani dell’Est che somigliano a un Golden come io assomiglio a Sofia Loren, possiamo comunque dire che morfologia e doti caratteriali oggi sono ben fissate, anche se si nota ancora una leggera eterogeneità nelle diverse linee di sangue.
Fortunatamente molti Club, in tutta Europa e anche in Italia, stanno facendo del loro meglio per “salvare” la razza dai rischi dell’eccessiva
popolarità: purtroppo non è facile, quando la richiesta diventa così pressante, tenere sotto controllo la riproduzione nel suo insieme…ma ci
sono molti allevatori seri che si danno veramente da fare per evitare il peggio, tenendo sotto controllo la salute – per prima cosa – e poi bellezza e carattere.
“Purtroppo”, tra virgolette, proprio il carattere del Golden è la causa principale della sua diffusione: quando le masse hanno scoperto che si trattava di un cane docile, duttile, amichevole, intelligentissimo e facile da addestrare…si sono buttati tutti a pesce.
Ma queste doti caratteriali erano state selezionate per creare un cane da lavoro, e nella fattispecie un cane da riporto. Il Golden ha questo nel suo DNA: non ha il ruolo di “cane da divano”. E per quanto sia dolce e buono…se viene costretto a vivere sempre e solo tra quattro mura diventa un cane stressato e infelice.
Per questo continuo e continuerò a ribadire che il Golden deve assolutamente lavorare.
Questo non significa che debba andare per forza a caccia: ci sono mille modi per farlo vivere bene senza ammazzare alcun animale.
Però non può e non deve stare senza far niente, perché questo significa snaturarlo e mancargli di rispetto.